'Cromì e il Carnevale perduto', inclusione e solidarietÃ
Un libro che fa bene alla mente e soprattutto allo spirito. 'Cromì e il Carnevale perduto' è il libro frutto del progetto di inclusione sociale che la comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica Il Germoglio ha messo a punto con gli istituti comprensivi della città e l’asilo nido Pollicino.
Attraverso un laboratorio di scrittura creativa gli ospiti della comunità hanno creato una storia fiabesca ispirata alla 629ma edizione del Carnevale di Putignano che poi i piccoli studenti hanno illustrato attraverso disegni e decorazioni. A dare manforte al progetto la creazione artistica del mastro cartapestaio Vincenzo Monfreda che ha realizzato, sempre con la collaborazione degli ospiti della comunità, una creazione artistica con gli elementi distintivi (un libro e una maschera) della fiaba.
Il libro è stato presentato il 17 febbraio scorso in un Chiostro di San Domenico gremito di gente all’inverosimile. In tantissimi, dai piccolissimi, agli adulti e alle istituzioni e ai tecnici, tutti hanno abbracciato il progetto che ha il suo risvolto benefico rivolto ai bambini affetti da oncoematologia pediatrica. L’organizzazione ha devoluto infatti la cifra di € 1.632,00 ad APLETI OdV frutto del sostegno di tutti coloro i quali hanno acquistato una copia del libro illustrato.
Dopo il saluto dell'assessore regionale al Welfare Rosa Barone, gli interventi di Rosanna Nisi, Stella Turi e Mariano Casulli, della consigliera regionale Lucia Parchitelli che ha invitato gli organizzatori presso la sede regionale di via Gentile per la presentazione del progetto e quello delle tre dirigenti scolastiche (Sasanelli, D'Onghia e Giannini) entusiaste di aver collaborato alla realizzazione del libro. Non da meno gli interventi dei medici psichiatri Anna Maria Camposeo e Orazio Lippolis che hanno parlato della funzione inclusiva della riabilitazione psichiatrica e della dignità umana ottenuta in Italia attraverso la Legge Basaglia. La serata è stata moderata dal giornalista Gianni Tinelli.
Insomma tutti stretti in un abbraccio che parla di inclusione sociale e di solidarietà verso i meno fortunati.